gli ospiti
e gli appuntamenti

mercoledì 20 aprile · ORE 21,00
borno · sala congressi · piazza caduti, 2

sandra
petrignani

Le signore della scrittura

“Sono trascorsi molti anni dalla prima pubblicazione di questo fortunato libretto che è stato amato dalle donne oltre le aspettative. In questi anni sono accadute molte cose: le scrittrici intervistate sono tutte scomparse, alcune hanno visto crescere la loro fama, alcune sono state dimenticate. In ogni caso le parole raccolte in queste interviste hanno peso e significato, il passare del tempo non le ha smentite. Per quanto, infatti, possa oggi essere diventata di moda, la scrittura delle donne continua a non avere l’autorità e il prestigio che in molti casi merita e ha bisogno di essere conservata e ricordata. Per quel che mi riguarda più direttamente, sono contenta di leggere con immutato piacere frasi scritte tanti anni fa e mi auguro che le lettrici e i lettori ne provino altrettanto.” Torna in libreria per La Tartaruga un volume di raro acume che raccoglie le interviste vere e immaginarie alle signore della scrittura italiana: da Elsa Morante a Lalla Romano, da Paola Masino ad Anna Maria Ortese, Fausta Cialente e tante altre. A firmare queste conversazioni è Sandra Petrignani, scrittrice e collaboratrice delle principali testate giornalistiche del Paese, autrice di volumi fondamentali, tra i quali La scrittrice abita qui (Neri Pozza, 2002), Care presenze (2004), Addio a Roma (2012), Marguerite (2014), La corsara (2014), Dolorose considerazioni del cuore (2009, Nottetempo), Lessico femminile (2019) e Leggere gli uomini (2021). Inserita in un percorso di grande sensibilità letteraria, Le signore della scrittura è un’opera che testimonia non solo il grande debito che abbiamo nei confronti delle scrittrici migliori del Novecento italiano, ma ne custodisce anche la peculiare esperienza di vita, di etica e di pensiero, mostrandocele in una prospettiva unica e irripetibile.

giovedì 28 aprile · ore 21,00
angolo terme · teatro parrocchiale · oratorio "g. tovini"

chiara
valerio

Così per sempre.
Dove l’amore cerca passione,
l’odio chiede vendetta

Giacomo Koch è il nome del Conte Dracula quando questa storia comincia. Mina Harker è sfuggita alla morte, ora si chiama Mina Monroy ed è lei stessa un vampiro. Il loro gatto Zibetto, nero più di tutti i gatti neri, può arrampicarsi anche per dieci piani e porta alle zampe anteriori due vistosi anelli d’oro, per l’esattezza due fedi nuziali. Questa storia, ambientata oggi tra Roma e Venezia, attraversa i secoli e affonda le sue radici alla fine dell’Ottocento, quando il Conte Dracula lascia la Transilvania per trasferirsi in Occidente. È allora che ha preso il nome di Giacomo Koch e ha cominciato a interessarsi alla professione medica, ed è oggi che lavora come anatomopatologo all’ospedale Fatebenefratelli. Attraversando la grande stagione delle scienze, Giacomo ha capito che tutto ciò che scorre è nutrimento, non solo il sangue. Inoltre ha capito che non si può vincere la nostalgia per i prodigiosi limiti dei viventi, e che grazie alla forza di gravità ogni essere contiene l’universo. Sa che quando nei vampiri scorre il sangue essi diventano umani, e come gli umani sono vulnerabili. Mina, invece, non ha voluto capire altro che sé stessa, ha vissuto gli ultimi quarant’anni insieme a una donna che il Conte ha ucciso – come, in effetti, ha ucciso tutti gli amori della sua vita – e pensa, per punirlo, di dover distruggere l'unica vera grande passione di Dracula: gli esseri umani. Decide, nella Venezia dove tutto scorre, di aprire un salone di bellezza in cui il tempo non scorra più. Dal salone di Mina chiunque entri uscirà uguale a se stesso, così per sempre. Per sempre. Così per sempre.

lunedì 2 maggio · ore 21,00
darfo boario terme · cinema garden multivision · piazza medaglie d'oro, 2

marco
damilano

Dal Presidente
agli scenari futuri
del mondo in conflitto

Timidi o estroversi, rispettosi dei loro limiti o interventisti: in 75 anni di storia, il Presidente della Repubblica è stato di volta in volta garante, notaio, arbitro, ma anche un monarca a tempo, con la sua corte e i suoi intrighi. Il Quirinale è circondato da leggende nere e dall’ambizione di occuparlo. Le elezioni del Presidente sono segnate, o precedute, da trattative segrete, tradimenti, scandali, interventi di poteri esterni ai grandi elettori che lo votano (ieri la Chiesa e la massoneria, gli Usa e l’Urss, oggi i social e l’Europa), perfino stragi (piazza Fontana, il rapimento e l’omicidio di Moro, l’eliminazione del giudice Falcone a Capaci). Nella lunga corsa sotterranea può capitare che i cavalli di razza vengano azzoppati mentre sono in vista del traguardo e che dal nulla spunti l’outsider. Per questo il conclave laico che porta all’elezione di un presidente della Repubblica, con le sue regole oscure, è un gioco imprevedibile e crudele, che racconta molto del nostro Paese, il Deep State italiano, in gran parte sconosciuto. Oggi più che mai, con il venir meno dei partiti, in una società frammentata e ansiosa, il Presidente è sempre di più il centro su cui ruotano tutti gli altri poteri, politici e economici, interni e internazionali. È il punto di equilibrio, chiamato a intervenire per evitare il collasso del Sistema, è la risposta alla crisi della nostra democrazia, mentre il mondo lotta per passare oltre una pandemia drammatica e la crisi in Ucraina minaccia gli assetti politici ed economici del mondo. Nel volume Il Presidente (La nave di Teseo), il giornalista Marco Damilano compone il racconto segreto della Repubblica attraverso le battaglie intorno al Quirinale, rivela i codici nascosti e le congiure di Palazzo, intreccia le storie dei presidenti dal dopoguerra ad oggi. Fino ad arrivare alla rielezione di Sergio Mattarella, chiamato a guidare il Paese nel suo momento di massima incertezza.

martedì 10 maggio · ore 21,00
gianico · Teatro Parrocchiale · Via Roma, 28

veronica
raimo

niente di vero

La lingua batte dove il dente duole, e il dente che duole alla fin fine è sempre lo stesso. L'unica rivoluzione possibile è smettere di piangerci su. In Niente di vero (Einaudi, selezione Premio Strega 2022), Veronica Raimo apre una strada nuova, costruendo un romanzo esilarante e feroce. Racconta del sesso, dei legami, delle perdite, del diventare grandi, e nella sua voce buffa, caustica, disincantata esplode il ritratto finalmente sincero e libero di una giovane donna di oggi. Niente di vero è la scommessa riuscita, rarissima, di curare le ferite ridendo. Prendete lo spirito dissacrante che trasforma nevrosi, relazioni e disastri famigliari in commedia, da Fleabag al Lamento di Portnoy, aggiungete l’uso spietato che Annie Ernaux fa dei ricordi: avrete la voce di una scrittrice che in Italia ancora non c’era. Veronica Raimo sabota dall’interno il romanzo di formazione: il suo racconto procede in modo libero, seminando sassolini indimenticabili sulla strada. All’origine ci sono una madre onnipresente che riconosce come unico principio morale la propria ansia; un padre pieno di ossessioni igieniche e architettoniche che condanna i figli a fare presto i conti con la noia; un fratello genio precoce, centro di tutte le attenzioni. Circondata da questa congrega di famigliari difettosi, Veronica scopre l’impostura per inventare se stessa. Se la memoria è una sabotatrice sopraffina e la scrittura, come il ricordo, rischia di falsare allegramente la tua identità, allora il comico è una precisa scelta letteraria, il grimaldello per aprire all’indicibile. In questa storia all’apparenza intima, c’è il racconto precisissimo di certi cortocircuiti emotivi, di quell’energia paralizzante che può essere la famiglia, dell’impresa sempre incerta che è il diventare donna. Con una prosa nervosa, pungente, dall’intelligenza sempre inquieta, Veronica Raimo ci regala un monologo ustionante.

appuntamento extraconfine

lunedì 16 maggio · ore 20,30
costa volpino · cinema iride · via torrione

daria
bignardi

libri che mi hanno
rovinato la vita

Ciascuno di noi, anche solo per un istante, ha conosciuto l'irresistibile forza di attrazione dell'abisso. Daria Bignardi sa metterla a nudo nel suo volume Libri che mi hanno rovinato la vita (Einaudi) con sincerità e luminosa ironia, rivelando le contraddizioni della sua e della nostra esistenza, in cui tutto può salvarci e dannarci insieme, da nostra madre a un libro letto per caso. Partendo dalle passioni letterarie che l’hanno formata, con la sua scrittura intelligente e profonda, lieve, l’autrice si confessa in modo intimo – dalle bugie adolescenziali agli amori fatali, fino alle ricorrenti malinconie – narrando l’avventura temeraria e infaticabile di conoscere sé stessi attraverso le proprie zone d’ombra. E scrive un inno all’incontro, perché è questo che cerchiamo febbrilmente tra le pagine dei libri: la scoperta che gli altri sono come noi. Memoir di formazione, breviario di bellezza, spudorato atto di fede verso il potere delle parole, questo libro è un percorso sorprendente e imprevedibile fatto di domande, illuminazioni, segreti, che pungola e lenisce, fa sorridere e commuove. Un viaggio nel quale la vita si manifesta «furiosamente grande».

lunedì 23 maggio · ore 21,00
costa volpino · cinema iride · via torrione

gianrico
carofiglio

La nuova manomissione
delle parole

Rosa Luxemburg diceva che chiamare le cose con il loro nome è un gesto rivoluzionario. In un'epoca come la nostra, quando la guerra minaccia il mondo, la democrazia vacilla e la sfera pubblica deve contenere i canali labirintici dei social, l'uso delle parole può produrre trasformazioni drastiche della realtà. Attraverso il linguaggio si esercita il potere della manipolazione e della mistificazione: perciò le parole devono tornare a aderire alle cose. Manomissione significa danneggiamento. Ma nel diritto romano indicava la liberazione degli schiavi. Questo libro si misura con tale ambivalenza: del nostro linguaggio indica le deformazioni, ma anche la possibilità delle parole di ritrovare il loro significato autentico. È la condizione necessaria per un discorso pubblico che sia aperto e inclusivo. Sono sei i pilastri del lessico civile che questa guida anarchica e coraggiosa riscopre: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza, scelta, popolo. A partire da queste parole chiave, Gianrico Carofiglio costruisce un itinerario profondo e rivelatore attraverso i meandri della lingua e del suo uso pubblico. In un viaggio libero e rigoroso nella letteratura, nell'etica e nella politica, da Aristotele a Bob Marley, scopriamo gli strumenti per restituire alle parole il loro significato e la loro potenza originaria. Salvare le parole dalla loro manomissione, oggi, significa essere cittadini liberi. Le parole, nel loro uso pubblico e privato, sono spesso sfigurate, a volte in modo doloso, altre volte per inconsapevolezza. Gianrico Carofiglio firma una lezione dal forte connotato politico, che segnala le ferite del nostro linguaggio ma indica anche le strade possibili della sua liberazione.

giovedì 26 maggio · ore 21,00
paspardo · centro polifunzionale · piazzale padre marcolini

giulio
ferroni

L'Italia di Dante
Viaggio nel paese della Commedia

Giulio Ferroni, professore emerito della Sapienza di Roma, è autore di studi sulle più diverse zone della letteratura italiana, da Dante a Tabucchi, e del celebre manuale Storia della letteratura italiana. Tra i suoi volumi, Mutazione e riscontro nel teatro di Machiavelli, Il testo e la scena, Dopo la fine. Sulla condizione postuma della letteratura, I confini della critica, La scuola impossibile e La solitudine del critico. Con L'Italia di Dante. Viaggio nel paese della Commedia (La nave di Teseo), ha vinto il Premio letterario internazionale Viareggio Rèpaci 2020 (sezione Saggistica) e il Premio letterario internazionale Mondello 2020 (sezione Opera critica). Seguendo la traccia della Divina Commedia, e quasi ripetendone il percorso, Ferroni compie un vero e proprio viaggio all’interno della letteratura e della storia italiane: una mappa del nostro paese illuminata dai luoghi che Dante racconta in poesia. L’incontro con tanta bellezza, palese o nascosta, nelle città come in provincia, e insieme con tanti segni della violenza del passato e dei guasti del presente, è un modo per rileggere la parola di Dante in dialogo con l’attualità, ma anche per ritrovare in questi luoghi una ricchezza, storica e letteraria, che spesso fatichiamo a riconoscere anche là dove ci troviamo a vivere. Da nord a sud, dalla cerchia alpina alla punta estrema della Sicilia, da Firenze al Monferrato, da Montaperti a Verona, da Siena a Roma, Ravenna, Brindisi, si seguono con Dante i diversi volti di questo paese “dove ’l sì suona”, “serva Italia”, “bel paese”, “giardin dell’impero”: un percorso attraverso la storia, l’arte, la cultura, con quanto di essa luminosamente resiste e con ciò che la consuma e la insidia; ma anche un viaggio che riesce a restituirci, pur tra le fuggevoli immagini di uno smarrito presente, la profondità sempre nuova della nostra memoria.

martedì 31 maggio · ore 21,00
pisogne · parco comunale · via pieve, 19
in caso di maltempo: sala de lisi (via cavour)

paolo
nori

Sanguina ancora.
L'incredibile vita
di Fëdor Michajlovič
Dostoevskij

in collaborazione con:
Tutto comincia con Delitto e castigo, un romanzo che Paolo Nori legge da ragazzo: è una iniziazione e, al contempo, un’avventura. La scoperta è a suo modo violenta: quel romanzo, pubblicato centododici anni prima, a tremila chilometri di distanza, apre una ferita che non smette di sanguinare. Sanguina ancora. Perché? si chiede Nori. Se da una parte ricostruisce gli eventi capitali della vita di Fëdor M. Dostoevskij, dall’altra lascia emergere ciò che di sé, quasi fraternamente, Dostoevskij gli lascia raccontare. Perché di questa prossimità è fatta la convivenza con lo scrittore che più di ogni altro ci chiede di bruciare la distanza fra la nostra e la sua esperienza di esistere. Ingegnere senza vocazione, genio precoce della letteratura, nuovo Gogol’, aspirante rivoluzionario, condannato a morte, confinato in Siberia, cittadino perplesso della “città più astratta e premeditata del globo terracqueo”, giocatore incapace e disperato, marito innamorato, padre incredulo, goffo, calvo, un po’ gobbo, vecchio fin da quando è giovane, uomo malato, confuso, contraddittorio, disperato, ridicolo, così simile a noi. Quanto ci chiama, sembra chiedere Paolo Nori nel suo romanzo Sanguina ancora (Mondadori, finalista Premio Campiello), a sentire la sua disarmante prossimità, il suo essere ferocemente solo, la sua smagliante unicità? Quanto ci chiama a riconoscere dove la sua ferita continua a sanguinare?

mercoledì 1 giugno · ore 21,00
CAPO DI PONTE · Auditorium Cittàdella Cultura · Via G. Marconi, 7

alessandro
piperno

Di chi è la colpa

Di chi è la colpa (Mondadori) è un romanzo scintillante, trascinante, commovente. Dare agli altri la colpa della propria infelicità è un esercizio di malafede collaudato, una tentazione alla portata di tutti. Ed è ciò che prova a fare anche il protagonista di questo romanzo. Almeno fino a un certo punto. Figlio unico di una strana famiglia disfunzionale, con genitori litigiosissimi e assediati dai debiti, è stato un bambino introverso, abituato a bastare a se stesso e a cercare conforto nella musica e nei propri pensieri. Cresciuto in una dimensione rigidamente mononucleare, senza mai sentir parlare di nonni e parenti in genere, sulla soglia dell’adolescenza scopre che naturalmente un passato c’è, ed è anche parecchio ingombrante. Accade così che un terribile fatto di sangue travolga il protagonista facendo emergere i traumi fino a quel momento rimossi. Da un giorno all’altro entrerà a far parte di una famiglia nuova di zecca, in cui inaugurerà una vita di clamorosa impostura. Incontrerà personaggi affascinanti, viaggerà, frequenterà le migliori scuole e svilupperà un’insana passione per la letteratura, sulla scorta del disperato amore verso una cugina eccentrica, amante dei romanzi vittoriani. Ipocrisie, miserie, rancori e infelicità: pensava di esserseli definitivamente lasciati alle spalle, ma dovrà prendere atto che si tratta di veleni che infestano tutte le famiglie. Impossibile salvarsi. Alessandro Piperno è tra i più grandi scrittori italiani, vincitore del Premio Strega con Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi, del Premio Campiello Opera Prima con Con le peggiori intenzioni e, tra gli altri, del Premio Viareggio e del Prix Du Meilleur Livre Étranger in Francia. Firma del Corriere della Sera e curatore de I Meridiani Mondadori, è autore tra gli altri di Dove la storia finisce, Contro la memoria e Il manifesto del libero lettore. Otto scrittori di cui non so fare a meno. Con Di chi è la colpa l’autore compie l’ennesima, magnifica sintesi delle sue identità romanzesche, tornando alla narrazione in prima persona e ritrovando l’affabulazione pirotecnica, beffarda, iconoclasta del suo esordio, e la contempera con la vena introspettiva e dolente che percorre tutta la sua opera.

lunedì 6 giugno · ore 21,00
breno · cinema teatro giardino · viale 28 aprile

letizia
battaglia

Mi prendo il mondo ovunque sia
Una vita da fotografa
tra passione civile e bellezza



in collaborazione con:
Fotografa, giornalista, regista, Letizia Battaglia è una delle figure più importanti della fotografia contemporanea. Il percorso professionale di Letizia Battaglia inizia al giornale l'Ora, agli inizi degli anni '70, dove si confronta con la dura realtà di una città e di una regione spaccata dalla mafia, dalla politica e dalla povertà: la fotografia diventa subito la sua vocazione a tempo pieno. Un lavoro, come se fosse un dovere di testimone, in un periodo scomodo, quello degli Anni di Piombo. Il suo archivio racconta l'egemonia dei clan dei Corleonesi, suoi gli scatti all'hotel Zagarella che ritraggono gli esattori mafiosi insieme a Giulio Andreotti. Nel 1980 è la prima fotoreporter a giungere sul luogo dell'assassinio di Piersanti Mattarella. Oggi le fotografie di Letizia rappresentano uno spaccato di quella che era Palermo degli anni più caldi e sanguinosi dal dopoguerra, ma non solo, si prefiggono di raccontare sopratutto Palermo nella sua miseria e nel suo splendore, i morti di mafia ma anche le tradizioni, i quartieri, le strade, le feste, i lutti e la vita quotidiana di una città dalle mille contraddizioni. Oltre i corpi di giudici e vittime senza nome, col suo obiettivo continua a raccontare i suoi soggetti prediletti, bambine e donne ritratte come espressione di un futuro possibile. Nella sua lunga carriera ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Eugene Smith per la fotografia sociale (prima donna, nel 1985), il Cornell Capa Infinity Award, è entrata nella lista delle 1000 donne segnalate per il Nobel per la pace, nominata dal Peace Women Across the Globe, il NY Times l’ha nominata tra le 11 donne più rappresentative del 2017. Modera l'incontro Sabrina Pisu, autrice insieme a Letizia Battaglia del libro Mi prendo il mondo ovunque sia (Einaudi, 2020).

giovedì 9 giugno · ore 21,00
cividate camuno · anfiteatro romano · via mosè tovini, 1
in caso di maltempo: auditorium - via porta castello, 1

ilaria
gaspari

I classici vivono fra noi.
Come i testi antichi possono
aiutarci a capire il mondo

Ci sono libri che intrecciano la nostra vita a mondi lontanissimi, nello spazio e nel tempo. Sono i classici, della letteratura, del teatro, della filosofia. Una miniera di parole che custodisce la trama segreta delle nostre esistenze, se solo smettiamo di considerarli come testi in lingue morte e cominciamo a guardarli per quello che sono: espressioni vive del senso della condizione umana. Partiremo per un breve viaggio fra i classici, prendendo le mosse dai Saggi di Montaigne, attraverseremo le onde e i limiti del pensiero con Odisseo (e Dante che lo legge e trasfigura), per approdare al grande dramma, raccontato da Platone, di Socrate condannato per il suo uso critico della ragione. Bussola di questo viaggio, che dal mondo classico arriva fino ad oggi, sarà Ilaria Gaspari, scrittrice e filosofa, autrice di titoli come Etica dell’acquario (Voland, 2015), Ragioni e sentimenti. L'amore preso con Filosofia (Sonzogno, 2018), Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita (Einaudi, 2019) e Vita segreta delle emozioni (Einaudi, 2021), tappe di un percorso di riflessione, colto e allo stesso tempo ironico, che traccia un filo tra i libri e la nostra vita di tutti i giorni.

sabato 11 giugno · ore 21,00
cedegolo · musil - Museo dell'energia idroelettrica · via roma, 48

alan
friedman

Il prezzo del futuro
Perché l'Italia rischia di sprecare
l'occasione del secolo

L’Italia sta vivendo un momento cruciale, mentre una pandemia continua a lasciare il segno e si stanno riscrivendo gli assetti geopolitici del mondo. Mentre la politica fatica a prendere decisioni coraggiose e i cittadini chiedono maggiori diritti e progetti per il futuro, quale prospettiva si delinea per il Paese? Con il volume Il prezzo del futuro. Perché l'Italia rischia di sprecare l'occasione del secolo (La nave di Teseo), il giornalista Alan Friedman ha raccolto oltre un anno di lavoro, intervistando i massimi esponenti della politica e della economia nazionale e internazionale: un materiale complesso e illuminante che confluisce in un racconto diretto, caustico, senza sconti sui rischi che corre l’Italia, vittima della costante tentazione di lasciare le cose come stanno. Vincitore di premi e riconoscimenti, Alan Friedman è giornalista e autore, negli anni corrispondente estero e commentatore per il Financial Times di Londra, l’International Herald Tribune e il Wall Street Journal Europe. Già editorialista del Corriere della Sera, attualmente collabora con La Stampa. A RaiTre ha inventato il primo programma di approfondimento economico in prima serata, Maastricht Italia e ha fatto parte del team che ha creato RaiNews24, mentre nel 2003 ha aiutato Rupert Murdoch a lanciare SkyTg24 e ha prodotto programmi come Miaeconomia e Controcorrente. Tra i suoi bestseller, Tutto in Famiglia, Ammazziamo il Gattopardo (Premio Cesare Pavese), My Way. Berlusconi si racconta a Friedman (i cui diritti sono stati venduti in 30 Paesi), Questa non è l’America e Dieci cose da sapere sull’economia italiana prima che sia troppo tardi. Il prezzo del futuro. Perché l'Italia rischia di sprecare l'occasione del secolo è un nuovo tassello nel suo percorso di analisi della scena italiana, un libro che fa parlare di sé e che offre vari spunti di riflessione e occasioni di dibattito.

giovedì 23 giugno · ore 21,00
pian camuno · palestra comunale · via don stefano gelmi

silvio
garattini

Brevettare la salute?
Una medicina senza mercato

La salute è un diritto di tutti: un accesso universale alle cure è necessario e possibile, mentre la pandemia continua a lasciare il suo segno e il mondo deve elaborare in tempi brevi nuove risposte a un problema che coinvolge tutti, nessuno escluso, e che infierisce sui più deboli. L’epidemia da Covid-19 e la discussione che si è sviluppata attorno alle licenze sui vaccini ci hanno drammaticamente mostrato che il nostro sistema economico, e in particolare l’istituto del brevetto e della proprietà intellettuale in campo medico, richiedono un prezzo alto da pagare in termini di monopoli e di disuguaglianze. È possibile immaginare un futuro in cui tutti possano godere dei frutti della scienza e della tecnologia eludendo il salato pedaggio che il mercato ci chiede? È possibile ripensare la brevettabilità di ciò che è necessario alla salute? Tra ricette immediatamente attuabili – purché la politica lo consenta – e soluzioni visionarie quasi ai limiti dell’utopia, il volume Brevettare la salute? (Il Mulino) apporta nel dibattito la riflessione di Silvio Garattini, medico e libero docente in Chemioterapia e Farmacologia, fondatore nel 1961 e Presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche IRCCS Mario Negri, negli anni membro di molte istituzioni di indirizzo e controllo delle politiche del farmaco e di numerose cariche a livello internazionale. Una visione a tutto tondo che potrà disegnare nuove strade, facendo tesoro di una lezione che non possiamo permetterci di non imparare.

comune di
angolo terme

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