oltreconfine
2017

gli ospiti
e gli spettacoli

paolo
cognetti

le otto montagne

«Abitare in montagna mi ha messo voglia di scrivere, i luoghi cambiano i modi del sentimento e anche le parole». Con il suo recente “Le otto montagne” (Einaudi, 2016), Paolo Cognetti è diventato da subito un caso letterario, in testa alle classifiche librarie e in via di traduzione in oltre 30 paesi.
La montagna, nella sua scarna bellezza, dura e selvaggia, segna l’anima per sempre, lascia l’impronta in chi vi è nato e in chi l’ha amata. Basta un suono, un profumo che si è risucchiati da lei, lontano dalla assordante città. È questo che capita ai personaggi di questo romanzo che non riescono a farne a meno, e vanno e ritornano, senza mai lasciarla veramente. Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso. I suoi genitori sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia. Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo. E li, ad aspettarlo, c’è Bruno: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche. Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case ab-bandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, “la cosa più simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui”. Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: “Eccola li, la mia eredità:una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino”.

mauro
covacich

dentro
"la città interiore"

Un romanzo-documentario che affronta la memoria come un labirinto nel quale ritrovarsi. Mauro Covacich, scrittore finalista al Premio Strega con “La sposa”, torna nella sua Trieste con “La città interiore” (La Nave di Teseo, 2017): un libro dal ritmo incalzante, avventuroso romanzo della propria formazione, scritto con la precisione chirurgica di un analista di guerra e animato dalla curiosità di un reporter. La città interiore è la cartografia del cuore di uno scrittore inguaribilmente triestino; è il compiuto labirinto di una città, di un uomo, della Storia, che il lettore percorre con lo stesso senso di inquieta meraviglia che accompagnava quel bambino del 1945 e quello del 1972; un labirinto di deviazioni e ritorni inaspettati, da cui si esce con il desiderio di rientrarci.

emidio
clementi

quattro quartetti

Uno spettacolo sospeso tra poesia e musica. Nel suo poema “Quattro Quartetti” (1943) il grande poeta del Novecento T.S. Eliot parla dal cuore del cosmo, luogo segreto dello spirito. Al centro della scena è la narrazione di Emidio Clementi, voce dei Massimo Volume e scrittore, che attraverso la sua personale interpretazione dà nuova vita alla poesia di Eliot. Gli oggetti assumono nuove forme e la musica curata da Corrado Nuccini, chitarrista dei Giardini di Mirò, intreccia suoni e rumori di ogni epoca attraverso la voce di strumenti classici come pianoforti, clarini e percussioni tribali riletti in chiave moderna. Lo spettacolo è inoltre accompagnato dalle illustrazioni di Marco Saccaperni a rimarcare l’aspetto visionario dell’opera di Eliot.

luca
mercalli

i cambiamenti
"climatici"

I cambiamenti climatici sono ormai tra noi, il 2016 è stato l’anno più caldo da quando esistono le misure meteorologiche, gli scenari per il futuro non promettono nulla di buono se non ci sarà una ferrea volontà di ridurre l’inquinamento e il nostro im-patto sull’ambiente. Eppure la questione climatica non sembra rappresentare una priorità nè per la società nè per la politica, meno che mai ora che alla guida degli Stati Uniti c’è un presidente negazionista. Nell’attesa delle grandi decisioni internazionali, cosa può fare ognuno di noi per prepararsi?

Luca Mercalli - Presidente Società Meteorologica Italiana

giulio
sangiorgio

internet
"il futuro è oggi"

Qual è il futuro del mondo sempre connesso? Si può ancora vivere senza Internet? Quali vantaggi e quali pericoli si annidano? Dove ci porterà la strada tecnologica? Il grande regista tedesco Werner Herzog torna al documentario con “Lo and Behold. Internet: il futuro è oggi”, un mosaico di voci e spunti per una riflessione sul mondo della rete che passa attraverso la guida alla scoperta della stanza 3420 dove tutto ebbe inizio, le parole del famoso hacker globale Kevin Mitnick, l’inventore dell’ipertesto Ted Nelson, le rivelazioni del cofondatore di PayPal Elon Musk, i piani dell’amministratore delegato di Tesla Motors, i visionari progetti dei viaggi spaziali verso Marte e tanto altro, in un intreccio di voci che ci pone grossi interrogativi sul futuro globale. Ad introdurre la pellicola sarà Giulio Sangiorgio, critico cinematografico e direttore di “Film TV”.

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