oltreconfine
2018

gli ospiti
e gli spettacoli

giorgio
vasta

F FOR FAZEL LUNGO IL CONFINE

Giorgio Vasta, direttore creativo della rassegna Book Pride, è tra le voci più importanti della narrativa italiana degli ultimi anni, passata attraverso opere come Il tempo materiale (Minimum Fax, 2008) e Absolutely nothing. Storie e sparizioni nei deserti americani (Quodlibet, 2016). Prendendo spunto da F for Fake di Orson Welles, F For Fazel è una piccola lezione - composta da testi letterari, foto, sequenze audiovideo - che attraverso la figura un po’ reale un po’ fantasticata di Ramak Fazel, il fotografo con cui ha viaggiato negli Stati Uniti, prova a descrivere l’esperienza del confine, ciò che al contempo separa e unisce: una nozione utile solo nel momento in cui non viene esasperata. Essendo Fazel uno sconfinatore naturale che procede nello spazio e nel tempo assecondando l’esigenza di varcare ogni soglia, non necessariamente per spirito d’avventura ma nella maggior parte dei casi perché non può farne a meno (la soglia lo provoca), tracciarne un ritratto diventa un modo per condividere una percezione del confine e, proprio attraverso il confine, dell’umano tout court.

francesca
manfredi

UN BUON POSTO DOVE STARE

Francesca Manfredi è tra le voci più promettenti della nuova narrativa italiana. Ha pubblicato racconti su Linus e Il Corriere della Sera e tiene corsi di narrazione presso la Scuola Holden di Torino. Con il suo romanzo d’esordio Un buon posto dove stare (La nave di Teseo, 2017) ha vinto il Premio Campiello Opera Prima. Un bosco, una vecchia casa in montagna, la piscina di un condominio. Una bambina che nuota, una ragazza che torna a casa, un padre che scompare, un altro che trova pace nel silenzio umido di una cantina. E poi, nel pulviscolo di istanti che compongono i giorni più normali, affiora la rete dei sentimenti, dei sogni, delle scoperte che illuminano e feriscono, di una memoria in cui si è sempre salvi, ma inguaribilmente soli. È con grazia e scrittura limpidissima che Francesca Manfredi racconta i protagonisti di queste undici storie, avvolti nella normalità delle loro vite, ma sempre colti sul principio di una soglia da cui poter guardare alle loro fragilità e alle loro inquietudini, come a un posto da cui non è necessario fuggire, un buon posto dove stare.

VIVIAN
LAMARQUE

dalla fiaba alla poesia

Vivian Lamarque è scrittrice, poetessa e apprezzata traduttrice. Autrice di una quarantina di fiabe tradotte in varie lingue e di apprezzate raccolte poetiche, è vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Viareggio Opera Prima 1981, il Premio Andersen 2000 e il Premio Bagutta 2017. Ha tradotto, tra gli altri, Paul Valéry, Charles Baudelaire, Jacques Prévert e Jean de La Fontaine. Collabora da anni con il Corriere della Sera. Per OltreConfine l’autrice leggerà alle ore 16 alcuni brani tratti dal libro Storielle al contrario (Einaudi Ragazzi, 2013) e Le favole di La Fontaine tradotto per Mondadori. Dalle ore 17 circa, l’incontro con l’autrice proseguirà sul binario della poesia, con la lettura delle poesie tratte dalle raccolte Madre d’inverno (Mondadori, 2016) e Poesie per un gatto (Mondadori, 2007).

paolo
rumiz

LA REGINA DEL SILENZIO

Paolo Rumiz è giornalista per La Repubblica e Il Piccolo di Trieste. Le sue narrazioni di uomini e viaggi sono fra le più apprezzate del panorama letterario nazionale, attraverso le pagine di libri come La leggenda dei monti naviganti (Feltrinelli, 2007), La cotogna di Istanbul (Feltrinelli, 2010) e Come cavalli che dormono in piedi (Feltrinelli, 2014). In occasione della recente uscita del volume La regina del silenzio (La nave di Teseo, 2017), lo scrittore incontra il pubblico per raccontarsi e raccontare la sua nuova avventura letteraria, una favola popolata di suoni contro la violenza del silenzio e del troppo rumore che ci assedia: un invito ad ascoltare se stessi e gli altri e a non farsi inghiottire dal frastuono che ci assedia ogni giorno. Un libro, spiega l’autore, che è nato dalla collaborazione fra uomini di confine, e che vede la luce attraverso l’ascolto delle storie degli altri, raccolte come briciole in giro per il mondo, piccoli racconti che sono andati a plasmare la storia di Mila, figlia del valoroso cavaliere Vadim, che ha il dono innato della musica e cresce ascoltando la melodia della natura. Con il suono della sua voce sfiderà il divieto del malvagio re Urdal e deciderà di cercare il bardo Tahir, l’uomo che le ha insegnato il canto, per guidare insieme la battaglia più importante, nel nome della musica e della libertà.

michela
marzano

Dare la propria fiducia

Michela Marzano, filosofa e saggista, è fra le voci più acute della nostra società. Docente all’Università di Parigi V René Descartes, è autrice fra gli altri di Volevo essere una farfalla (Mondadori, 2011), L’amore è tutto. È tutto ciò che so dell’amore (UTET, 2013, Premio Bancarella), Il diritto di essere io (Laterza, 2014) e L’amore che mi resta (Einaudi, 2017). La fiducia porta con sé qualcosa di paradossale. È fondamentale, perché senza fiducia è difficile immaginare l’esistenza stessa delle relazioni umane - a differenza della paura che porta ognuno a rifugiarsi in un universo chiuso, in cui niente è più possibile, la fiducia aiuta a uscire da questo stato di paralisi e ci permette di scommettere su noi stessi, sugli altri e sul futuro. Ma è anche pericolosa, nel senso che comporta sempre il rischio che il depositario della nostra fiducia non sia all’altezza delle nostre aspettative o, peggio, tradisca deliberatamente la fiducia che riponiamo in lui. La fiducia non si decreta; e nemmeno si esige. La sua logica, esattamente come quella del dono, è sempre asimmetrica.

massimo
bubola

Ballata senza nome

Massimo Bubola, nome di culto della musica d’autore italiana, è poeta, musicista, scrittore. Ha al suo attivo venti album che tracciano un percorso unico nella letteratura musicale del nostro Paese, la scrittura di celebri brani come Il cielo d’Irlanda e il grande sodalizio artistico con Fabrizio De André, con cui scrive e compone due storici album come Rimini e L’Indiano, contenenti brani come Fiume Sand Creek, Rimini, Sally, Andrea, Volta la carta, Hotel Supramonte, oltre a Don Raffaè. Negli ultimi anni si è dedicato alla riscoperta delle vicende della Prima Guerra Mondiale in Italia. Nel 2017 vede la luce Ballata senza nome (Frassinelli), una vera e propria Antologia di Spoon River che racconta un momento cruciale della nostra storia. È il 28 ottobre 1921: siamo nella basilica di Aquileia. Gli occhi di tutti sono rivolti alle undici bare al centro della navata, e alla donna che le fronteggia: Maria Bergamas. Maria deve scegliere, tra gli undici feretri, quello che verrà tumulato a Roma, nel monumento al Milite Ignoto. Maria passa davanti a ogni bara, e ognuna le racconta una storia. Sono vicende di giovani uomini, strappati alle loro famiglie, ai loro amori, ai loro lavori, finiti a morire in una guerra durissima e feroce: contadini e cittadini, borghesi e proletari, braccianti e maestri elementari, fornai, minatori, falegnami, muratori, veterinari e seminaristi che parlano in latino con il nemico ferito sul campo di battaglia. Attraverso le voci di questi soldati senza nome non solo riviviamo i momenti cruciali della Grande Guerra, non solo ci caliamo, in una vera trance empatica, nelle vite dei protagonisti, ma riscopriamo un’Italia che oggi si può dire definitivamente scomparsa.

massimo
recalcati

CONTRO IL SACRIFICIO

Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti in Italia, è autore di alcuni fra i più apprezzati saggi degli ultimi anni, fra i quali Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre (Feltrinelli, 2013), I tabù del mondo (Einaudi, 2017) e Il segreto del figlio. Da Edipo al figlio ritrovato (Feltrinelli, 2017). Con il suo ultimo Contro il sacrificio. Al di là del fantasma sacrificale (Raffaello Cortina, 2017), Recalcati affronta il tema del sacrificio, una passione che è solo umana. Gli uomini non si sono limitati a sacrificare sull’altare animali offerti ai loro Dei ma hanno sacrificato su quell’altare anche la loro vita. È il caso dell’uomo ipermorale che sacrifica il suo desiderio, o del martire del terrorismo che si immola per una causa. La psicoanalisi, insieme alla parola più profonda di Gesù, si impegna a liberare la vita dal peso del sacrificio. Il che comporta un diverso pensiero della Legge: l’uomo non è schiavo della Legge perché la Legge - come sostiene la lezione cristiana e quella di Lacan - non è fatta che per l’uomo.

Reinhold
MESSNER

IL FASCINO DELL’IMPOSSIBILE

Reinhold Messner è una leggenda dell’alpinismo mondiale. Esploratore, scrittore e regista, è stato il primo alpinista al mondo ad aver scalato tutte le quattordici cime del pianeta che superano gli 8000 metri sul livello del mare, in condizioni di eccezionale difficoltà. Con l’ausilio di esclusive immagini elaborate tramite rilevazioni satellitari, Reinhold Messner ci porta nella quarta dimensione della montagna, ripercorrendo lo sviluppo dell’alpinismo attraverso tredici cime leggendarie.

«Nel 1969 riuscii a superare in solitaria la via più impegnativa delle Alpi Orientali, l’allora famigerato diedro Philipp-Flamm al Civetta, durante una bufera. Scalai da solo e in libera anche la parete ritenuta allora la più difficile delle Alpi Occidentali, la Nord delle Droites. A quel punto le Alpi mi erano divenute strette. Non era presunzione; era invece la brama di ampliare sempre più i miei confini, era la curiosità di un uomo ancora giovane e sotto molti aspetti inesperto. Fino a dove sarei stato capace di spingermi?»

Reinhold Messner

PIERPAOLO
CAPOVILLA

pier paolo pasolini
LA RELIGIONE DEL MIO TEMPO

Pierpaolo Capovilla è fra le voci più autorevoli del rock italiano. Fondatore de Il Teatro degli Orrori e degli One Dimensional Man, fa inoltre parte del progetto musicale Bunuel e da anni porta in giro per l’Italia reading teatrali dando voce ai versi di Vladimir Majakovskij, Antonio Delfini, Sergej Esenin, Antonin Artaud. Pier Paolo Pasolini scrisse La Religione del Mio Tempo alla fine degli anni Cinquanta. Il paese era in pieno boom economico, e il poeta vide con chiarezza cosa l’Italia stava diventando, e come la società italiana stava repentinamente cambiando, nel segno dell’oblio dei valori della Resistenza e dei princìpi cristiano-sociali. Quell’esordiente processo di dimenticanza, nei decenni, ha fatto passi giganteschi, fino ad irrompere nella nostra contemporaneità, più forte e più distruttivo che mai. Ecco perché, a distanza di tanti anni, la poesia di Pier Paolo Pasolini è così attuale. La Religione del Mio Tempo sembra infatti esser stata scritta ieri, e sembra essere dedicata a noi, uomini e donne d’Italia, nel nuovo millennio.

MURUBUTU

L’UOMO CHE VIAGGIAVA NEL VENTO
IL RAP COME LETTERATURA

Murubutu, pseudonimo di Alessio Mariani, è tra i più apprezzati rapper della scena musicale italiana. Docente di filosofia e storia in un liceo di Reggio Emilia, la sua arte è sospesa fra musica rap e letteratura. I suoi dischi danno voce alla musica rap come mezzo di emancipazione culturale, con un occhio in particolare rivolto al connubio con la narrativa che ha reso nota la sua musica a livello nazionale portando la tecnica dello storytelling a livelli inesplorati. Attraverso dischi come Il giovane Mariani e altri racconti (2009), Gli ammutinati del Bouncin ovvero mirabolanti avventure di uomini e mari (2014) e L’uomo che viaggiava nel vento e altri racconti di brezze e correnti (2016) propone un’innovativa miscela di hip-hop classico con poesia, narrativa e letteratura di ogni tempo.

PROIEZIONE CINEMATOGRAFICA

il cinema inedito di
Ermanno OLMI

Ermanno Olmi è un maestro del cinema italiano. Nato a Bergamo nel 1931, inizia a lavorare per Edison e esordisce nel mondo del cinema nel 1959 con Il tempo si è fermato, ambientato in Adamello. Seguiranno capolavori riconosciuti in tutto il mondo, fra i quali Il posto (Premio della Critica al Festival di Venezia 1961), I fidanzati, L’albero degli zoccoli (Palma d’Oro al Festival di Cannes 1978), La leggenda del Santo Bevitore (Leone d’Oro al Festival di Cannes 1988), Il mestiere delle armi. OltreConfine celebra l’Olmi inedito e raro, attraverso la proiezione di Il tentato suicidio nell’adolescenza (1968, presentato in anteprima lo scorso settembre al Festival del Cinema di Venezia), breve documentario di 38 minuti avventurosamente ritrovato lo scorso anno negli archivi del Musil, e di Il profeta della Bassa (1967), documentario sulla figura di Don Primo Mazzolari, commissionato e poi rifiutato dalla RAI, che non lo mandò in onda.

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